Il nome del percorso deriva dalla citazione della poetessa Alda Merini che definì la menopausa “l’età dorata dell’amore” il momento dorato di ogni donna, concetto ben lontano dal paradigma occidentale che tratta la menopausa come una malattia. Tra gli studi più importanti sulla menopausa il lavoro dell’antropologa americana Margareth Lock che mette a confronto il vissuto delle donne giapponesi con quelle americane, evidenziando come le donne giapponesi vivono con naturalezza e normalità la menopausa ossia “konenki” che significa svolta, transizione, cambiamento di vita, al punto che l’autrice conclude sostenendo che la medicalizzazione di questa età della vita sia una peculiarità culturale piuttosto che una necessità biologica. Lo studio comparato di diverse culture porta alla conclusione che nei contesti in cui le donne diventando anziane conquistano maggior rispetto e migliorano la loro posizione sociale, i sintomi menopausali sono praticamente inesistenti. Al contrario, dove le donne temono di perdere le loro attrattive fisiche e sono esposte alla sindrome del nido vuoto, sintomi come la depressione post menopausa e le vampate di calore sono particolarmente avvertiti.