Prima Luce e tutto il processo del nascere

“L’associazione si chiama Prima Luce in onore della mia terza figlia Lucia – racconta Anna Ruocco, una delle ostetriche fondatrici dell’associazione – nata con parto fisiologico dopo due cesarei. Ho capito di quanto fosse straordinaria la cosa che avevo fatto e in cui avevo creduto ciecamente soltanto tempo dopo. Avevo ripreso possesso delle mie capacità di donna e della fiducia in quello che sentivo – continua. Nei miei primi due parti non ho avuto contrazioni, non c’è stato il travaglio, non ho vissuto la nascita: con la terza figlia ho sentito fin da subito, nel profondo, che sarebbe stato diverso e ho deciso di credere in quella sensazione che arrivava proprio dalla pancia. A distanza di anni, sempre dalla pancia, è arrivata la forte intuizione che a Torino doveva nascere un luogo culla di una nuova cultura della nascita”. E così da tanti sforzi e grazie al coinvolgimento di altre persone decise e ostetriche determinate, ha preso forma l’associazione Casa maternità Prima Luce, nel pieno centro del capoluogo piemontese.

La sede è stata inaugurata ufficialmente a inizio dicembre 2015, ma il progetto è in cantiere da anni e tra le professioniste coinvolte c’è chi ha lasciato il full time in ospedale, chi si è trasferita a Torino per inseguire questo sogno e ideale, chi ha deciso di dedicarsi alla libera professione: tutte convinte che la cura del servizio e delle relazioni con/tra le persone valga la pena del rischio di uno stipendio fisso.

Si tratta di un’associazione di promozione sociale, infatti, e ha proprio l’obiettivo, tra gli altri, di diffondere la cultura delle scelte libere e consapevoli in tema di nascita, di crescita e di salute sessuale e riproduttiva a tutte le età della vita e di promuovere la diffusione di una cultura di gravidanza, nascita e crescita che garantisca il rispetto della fisiologia degli eventi. Quindi la persona è al centro, con la sua storia, i suoi affetti, le sue emozioni, la sua famiglia prima e dopo, e le sue paure. Ovviamente l’aspetto clinico non è sottovalutato, e l’accompagnamento alla nascita è fatto anche di visite e di esami, ma la coccola è una costante, per adulti e piccini.

“Il parto è sicuramente un momento importante per noi ostetriche – ci spiegano – ci rigenera; ma è solo uno dei servizi che noi offriamo”. Si, di fatto la libera professione esce un po’ dall’accentramento dell’evento nascita, ma consente anche alle professioniste di vivere la gravidanza e tutto il processo del nascere. Seguire una donna in attesa, una coppia anzi, significa riportare l’attenzione sull’importanza dello stare, nei nove mesi prima e nelle settimane dopo il parto, anche per le ostetriche. Significa seguire gli umori e le trasformazioni, le dilatazioni e le chiusure; significare imparare a dare e a darsi tempo.

Già, perché in Casa maternità Prima Luce il tempo è deciso dalle donne, dagli uomini e dai bambini, e in tutto l’alloggio non c’è un orologio a scandire i minuti. Anche questo fa parte della libertà che queste ostetriche, insieme a tanti e tante sostenitori e sostenitrici, vogliono perseguire.